Nel padule di Fucecchio rimangono ancora il ricordo e i segni della strage nazifascista del 1944: le persone raccontano, interpretando la transizione fra quello che è accaduto e un presente/futuro problematico e incerto. Le lapidi e le targhe presidiano i luoghi, riportando il nome, l’età e qualche volta la fotografia delle vittime. Accanto a questi segni e a queste presenze, il paesaggio  continua a modificarsi nel tempo delle stagioni, del giorno e della notte, dell’alba e del tramonto, della pioggia e della nebbia; è il percorso della storia e della trasformazione.  (“Fra la terra l’aria e l’acqua” – Polistampa 2004, di Massimo D’Amato e Sandro Nannucci)