È passato tanto tempo, forse quaranta anni, abitavo in via dei Vanni; in piazza Gaddi c’era il semaforo prima del ponte alla Vittoria, e anche la fermata dell’autobus, il 9 verde scuro a due piani. Mario non camminava ma stava sempre vicino al semaforo, seduto sopra una sedia a rotelle così grande che sembrava una carrozza: campanello, fanale, il manubrio e la manovella, il sedile di pelle lucida. Mario si vestiva con la giacca blu e il cappello; era la mascotte dei vigili, gli avevano dato anche il fischietto e una borsa dove custodiva le sue multe, foglietti di carta scarabocchiati con una penna Bic. Ora la carrozzina di Mario è insieme ai ricordi di altre persone, nel magazzino della residenza assistita dove ha vissuto gli ultimi anni.